Un mondo di citycar – Sette utilitarie a confronto

Prova su strada di Quattroruote (Maggio 1999)
Daewoo Matiz – Fiat Seicento – Ford Ka – Hyundai Atos
Lancia Y – Renault Twingo – Seat Arosa

Quello delle «piccole» è un settore vitale per tutto il mercato dell’automobile.
Le proposte dei vari costruttori sono tantissime e oggi non basta più fare una «buona macchina». Ci vogliono inventiva, estro, a volte anche un pizzico di coraggio. Per conquistare clienti, però, non tutte le Case seguono le stesse strade: c’è chi punta sul design, chi sull’equipaggiamento, chi sulla qualità.
Senza perdere di vista il listino.

Sedurre col disegno

A comperare un’automobile nuova, fortunatamente, ci si emoziona ancora. E spesso ancor prima di firmare il contratto. Non c’è nulla da fare, quando si sceglie una vettura si va a simpatia e pur di appagare in proprio gusto si è disposti a fare anche qualche piccolo sacrificio. Tanto più che oggi, specie tra le piccole, le «buone macchine» le sanno costruire in molti. A fare la differenza, allora, è innanzitutto il design, la personalità, l’immagine, tutti fattori che insistono sulla componente emozionale degli utenti. Le armi di seduzione, però, sono tante e non tutte le Case seguono le medesime strade.
La via più sicura, per alcuni, è quella di disegnare un’auto che possa piacere al maggior numero di persone, come hanno fatto la Fiat, con la «Seicento», e la Seat, con l’«Arosa»: sono entrambe automobili rassicuranti nell’aspetto, equilibrate nelle proporzioni dei volumi, che non sconvolgono i gusti dei clienti di sempre, le cui attenzioni sono rivolte più alla sostanza che alla forma.
Chi si gioca tutto sull’impatto scenico è la Ford, che dalla «Ka» in poi ha rivoluzionato il modo di disegnare i propri modelli. L’utilitaria tedesca fa leva su uno stile moderno, a tratti audace, assolutamente personale, di quelli che si amano o si odiano. Ma che, comunque, non passano inosservati.
Echi di un passato importante, invece, si trovano sulla Lancia «Y». Le citazioni tratte dalle storiche «utilitarie di classe» del marchio torinese si sprecano: a cominciare dalla calandra, per arrivare al profilo laterale curvo che piega verso il basso, come sull’«Ardea» del ’39.
Poi, ci sono le monovolume da tre metri e mezzo o giù di lì. Ad aprire la strada è stata la Renault, con la solita intraprendenza e la solita propensione all’innovazione. La Casa francese, con la «Twingo» non ha riprodotto in scala ridotta l’«Espace»; ne ha però trasferito i concetti di base, adattandoli alle dimensioni di una citycar.
L’aspetto da vera monovolume, invece, ce l’hanno le due coreane, la Hyundai «Atos» e la Daewoo «Matiz», che, oltretutto, sono le uniche del lotto ad avere cinque porte. L’immagine di cui godono è paragonabile e anche la filosofia è la medesima e si chiama massimo sfruttamento dello spazio in relazione a dimensioni esterne, molto, ma molto contenute. Con una differenza, una sola: proprio nel design. La Daewoo, per andare sul sicuro, si è affidata alla matita di Giorgetto Giugiaro, uno che di vetture si successo se ne intende. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, ma quello che forse non tutti conoscono sono i numeri di vendita: nel febbraio scorso, tanto per fare un esempio, la «Matiz» ha battuto la «Atos» 3756 a 2182. Eppure sono tutte e due «buone macchine».
Daewoo: grazie Giugiaro
La linea della Daewoo «Matiz» è il primo punto di forza dell’utilitaria coreana. Le cinque porte, che rappresentano una vera rarità nel settore delle citycar, sono perfettamente dimensionate e integrate con il corpo vetture: di questo bisogna rendere merito alla matita di Giugiaro che l’ha disegnata. La «Matiz», inoltre, sfrutta al meglio le possibilità stilistiche offerte dall’impostazione monovolume: il disegno della carrozzeria è molto equilibrato e gradevole e, soprattutto, non ha imposto compromessi con la funzionalità, che in una vettura utilitaria ha la sua importanza.

Il piacere dei comandi

L’abitacolo e ancor più la plancia sono i luoghi dove si «vive» l’automobile. La cura dedicata allo studio delle forme e delle soluzioni interne è pari, quando non addirittura superiore, a quella riservata alla linea della carrozzeria. Logico, quindi che nella valutazione di un’automobile entri in gioco in maniera preponderante anche questo aspetto.
Nell’architettura degli interni, tuttavia, le Case cercano le maggiori economie, ma non è sempre detto che queste vadano a scapito della qualità. Un esempio, in questo senso, ci viene dalla Seat «Arosa», che utilizza, seppur di un materiale diverso, la stessa plancia della Volkswagen «Polo» e delle Seat «Ibiza» e «Cordoba», con tutti i pregi e difetti connessi. Alla difficoltà di raggiungere qualche comando, comunque, fanno da contraltare una qualità di livello superiore e una cura del dettaglio difficile da riscontrare in altre automobili. Nelle coreane «Atos» e «Matiz», soprattutto, dove tra l’altro tutto funziona egregiamente, si ha la sensazione che alcuni particolari siano stati trascurati, principalmente dal punto di vista estetico. Del resto, a questi livelli, non ci si può nemmeno aspettare di più, considerati i prezzi di listino particolarmente convenienti. Analoga è l’impressione che si riceve salendo a bordo della Fiat «Seicento», dove si prova un po’ di disappunto nel constatare una certa difficoltà nella leggibilità delle spie; azionare i comandi degli alzacristalli elettrici, invece, che sono sulla console centrale, è solo una questione di abitudine. Tutt’altro che da utilitaria sono gli interni della Ford «Ka»: L’allestimento della vettura in prova comprendeva lussuosi interni in pelle, radio RDS con lettore di compact disc integrato, climatizzatore e un improbabile portatelefono marchiato Jaguar. La plancia, però, è quella di sempre, quasi postmoderna nel design e certamente minimalista nella strumentazione (tachimetro e indicatore del livello di carburante, più le consuete spie luminose). Mette di buon umore, anche nelle giornate più grigie, salire sulla «Twingo»: la plancia chiarissima, luminosa, le manopole e gli interruttori gialli, i rivestimenti dei sedili allegri e vivaci sono perfettamente in sintonia con la linea della carrozzeria: dentro c’è tutto quello che ci si aspetta di trovare guardando la macchina da fuori. La plancia è anticonvenzionale (come la «Twingo» stessa) e la strumentazione, in parte al centro, in parte davanti al guidatore concede solo le informazioni essenziali. Nel suo piccolo, invece, la Lancia «Y» è quasi un salotto: rivisto nello stile, ma non nella sostanza, l’ampio «tascone» che costituisce la plancia (già della «Mini» e della «Panda»), sulla «Y», nella sua semplicità, assume un’aria di assoluta eleganza. La strumentazione al centro (come sulla vecchia «Ardea», ma anche come sulla «Twingo» e sulla recentissima Toyota «Yaris») fornisce tutte le indicazioni utili.
Luminosa «Matiz»
L’abitacolo della Daewoo «Matiz» è luminoso e gradevole e tutti i comandi sono facilmente raggiungibili. Anche la strumentazione è soddisfacente; la console centrale ospita i comandi della climatizzazione e l’hazard è in posizione ottimale.

Poco spazio ben amministrato

Un’automobile che sia piccola fuori non è detto che lo sia anche dentro; anzi, in più di un caso, una volta a bordo, queste citycar riservano inaspettate e piacevoli sorprese. Che tutte abbiano i posti anteriori comodi è un fatto che possiamo dare quasi per scontato; qualche limite lo potrebbero avere le persone molto alte, ma in linea di massima nessuna di queste sette utilitarie pone problemi irrisolvibili. Dietro, invece, non tutte, com’è facile prevedere, offrono lo stesso spazio.
Entra in gioco, per prima cosa, l’accessibilità: la configurazione più comune è quella delle tre porte. Porte che, nella maggior parte dei casi, sono molto ampie e che, quando sono abbinate ai sedili ribaltabili con meccanismo di avanzamento automatico, consentono di entrare e uscire dalla vettura abbastanza agevolmente. Soltanto le due coreane, cioè «Matiz» e «Atos», hanno a disposizione cinque porte: oltre a essere una rarità per la categoria delle «tre metri e mezzo», rappresentano una bella comodità per chi viaggia spesso con bambini o persone anziane sedute dietro. Non bisogna sottovalutare, poi, il numero di passeggeri che possono essere trasportati: alcune Case ne dichiarano quattro (come la Ford per la «Ka» e la Renault per la «Twingo»), le altre cinque. Il problema non è nell’omologazione, ma nei centimetri: tre adulti sul divano posteriore, per quanto minuti possono essere, stanno scomodi e i cinque posti dichiarati spesso si riducono a quattro effettivi.
In fondo, dunque, quello che fa più comodo è un abitacolo «flessibile», che si adatti di volta in volta alle diverse esigenze di carico. Lo schienale posteriore abbattibile è già un primo passo nella modularità dei volumi interni e oggi la possibilità di ampliare il vano bagagli ce l’hanno praticamente tutte le auto. L’utilità di questo accessorio aumenta quando è abbattibile anche soltanto una porzione di schienale, consentendo in tal modo un posto a sedere per un terzo passeggero. Ce n’è un paio, però, che emergono: sono la Renault «Twingo» e la Hyundai «Atos». La prima ha il divano posteriore scorrevole, che consente, secondo le esigenze, di riservare più spazio ai passeggeri (anche di statura molto elevata) oppure ai bagagli; la seconda è quella con il bagagliaio più capiente. Per le altre, la capacità di carico è nella norma e consente di trasportare le borse della spesa del sabato mattina.
«Matiz» dalle molte porte
L’impressione di spaziosità che si percepisce nell’abitacolo è notevole: sulla Daewoo «Matiz», infatti, è stato data la priorità al trasporto delle persone rispetto alla capienza del bagagliaio: il vano è un po’ piccolo (165 litri).

Piacevoli da guidare

Che vadano bene è un fatto assodato, rilevato, confermato: le automobili di oggi, tranne clamorosi casi (sempre più rari), non danno problemi. Su strada, però, non sono tutte uguali. E non è soltanto un fatto di prestazioni e di consumi, ma anche di «feeling», di sensazioni di guida, si tratta di utilitarie, di vetture destinate all’impiego cittadino o al massimo extraurbano, eppure tutti i costruttori si sforzano di caratterizzare i propri modelli anche nella guida.
Emblematico il caso della Ford «Ka»; originale nell’aspetto, ma anche molto piacevole da guidare. Tutti i comandi trasmettono una sensazione di solidità, quasi si trattasse di una vettura di classe superiore. Lo sterzo di questa versione ci è sembrato migliore, mentre è confermato l’ottimo giudizio che avevamo già assegnato al cambio. La tenuta di strada è buona, l’aderenza sempre elevata. Anche la stabilità non pone problemi e non è mai pericolosa, nonostante si paghi con un po’ di rollio il buon confort garantito dalle sospensioni.
La piacevolezza di guida non è una caratteristica esclusiva della «Ka». La Lancia «Y» ci è sembrata gradevole, salvo in manovra vista l’assenza (grave) del servosterzo. Il motore Fire 1100 (che poi è lo stesso della Fiat «Seicento Suite») è abbastanza vivace. Se non si ha troppa fretta, si possono affrontare anche lunghi trasferimenti senza molti sacrifici. Neppure economici, visto che è estremamente facile percorrere più di dodici chilometri con un litro in città (che diventano oltre diciotto sulle statali). Ovviamente, sulla più leggera «Seicento» le economie di carburante sono ancora maggiori e le medie più frequenti si attestano attorno i 15 con un litro. La citycar torinese ha il pregio di essere adatta a tutti, anche a quelli che dell’automobile fanno un uso molto saltuario e limitato. Brillante nel test è risultata la «Twingo», che impiega 13 secondi nel passaggio da zero a 100 km/h. Della piccola francese non ci è piaciuto lo sterzo, assistito da un servocomando elettrico non del tutto convincente. Da «grande», invece, il confort della Seat «Arosa»: le sospensioni sono capaci di assorbire i fondi più sconnessi e il rumore che filtra nell’abitacolo è davvero contenuto. Superati a pieni voti anche i test stradali, dove la citycar spagnola ha messo in luce un comportamento sincero in tutte le situazioni. Piacevole, non fosse altro per la vivacità e la sonorità del motore a tre cilindri, anche la «Matiz»: seppur morbida di sospensioni, tiene la strada con una precisione più che sufficiente e anche i bruschi cambi di traiettoria, accompagnati da un rilascio repentino del gas, provocano reazioni facilmente controllabili. Si comporta in modo analogo la Hyundai «Atos», ma con un coricamento laterale sensibilmente più accentuato.
Daewoo rolla un po’
Il rollio, un po’ elevato, non pregiudica la tenuta di strada della Daewoo «Matiz». La tendenza è quella di allargare con il muso, ma senza modificare sostanzialmente la precisione della traiettoria. La «Matiz» reagisce con vivacità soltanto nelle manovre più ardite, come i bruschi cambiamenti di direzione accompagnati da un rilascio dell’acceleratore: le variazioni di assetto, comunque, restano sempre controllabili.

Accessori «Matiz SE Planet» Prezzi in migliaia di lire
Prezzo di listino 16.642
Prezzo vettura provata 18.192
ABS n.d.
Airbag guida e passeggero di serie
Climatizzatore 1.200
Servosterzo di serie
Vernice metallizzata 350

Caratteristiche tecniche fornite dal costruttore
«Matiz SE Planet»
Motore: anteriore trasversale, 4 tempi – 3 cilindri in linea – Alesaggio 68,5 mm – Corsa 72 mm – Cilindrata 796cm³ – Rapporto di compressione 9,3:1 – Potenza max 37,5 kW a 5900 giri/min – Coppia max 68,6 Nm a 4600 giri/min – 2 valvole per cilindro – Un asse a camme in testa con bilancieri (cinghia) – Raffreddamento a liquido – Catalizzatore a tre vie. – Tassa possesso: 187.000 lire. Trasmissione: trazione anteriore – Frizione monodisco – Cambio a 5 rapporti: I) 3,818:1; II) 2,210:1; III) 1,230:1; IV) 1,029:1; V) 0,837:1; RM) 3,583:1 – Riduzione finale 4,444:1. – Pneumatici: 155/65 R 13, cerchi 4,5J x 13 (vettura provata con Hankook «Radial H406») – Ruota di scorta di dimensioni normali. – Corpo vettura: monovolume, 5 porte, 5 posti – Avantreno a ruote indipendenti, braccio trasversale con montante telescopico (schema McPherson), molla elicoidale, barra stabilizzatrice – Retrotreno ad assale rigido, braccio longitudinale e biella trasversale (barra Panhard), molla elicoidale – Ammortizzatori idraulici telescopici – Freni anteriori a disco autoventilanti, posteriori a tamburo, servofreno – Scatola guida a cremagliera, servocomando idraulico – Capacità serbatoio carburante 35 litri. Dimensioni e massa: passo 2,340 m – Carreggiata anteriore 1,315 m – Carreggiata posteriore 1,280 m – Lunghezza 3,495 m – Larghezza 1,495 m – Altezza 1,485 m – Diametro di sterzata 9 m (tra marciapiedi) – Massa a vuoto in ordine di marcia 778 kg – Capacità bagagliaio da 104 a 800 dm³.

Le prestazioni

Rilevate sulla pista di Quattroruote di Vairano (PV)
Velocità e regimi
Massima: 141,519 km/h
Regime a vel. max: 5500 giri/min in V marcia
Regime a 130 km/h: 5000 giri/min in V marcia
Consumo – Percorrenze in V
60 km/h: 23,8 km/litro
90 km/h: 17,6 km/litro
100 km/h: 15,2 km/litro
120 km/h: 11,5 km/litro
Medie d’uso in km/l (autonomia)
Statale: 18,3 (640)
Autostrada: 11,9 (417)
Città: 13,6 (476)
Accelerazione (velocità in km/h)
0-60: 6,9 s
0-80: 12,2 s
0-100: 19,5 s
0-120: 34,2 s
1 km da fermo: 39,9 s
velocità d’uscita: 125,0 km/h
400m da fermo: 21,1 s
velocità d’uscita: 102,7 km/h
Ripresa in V marcia (velocità in km/h)
70-80: 5,2 s
70-120: 36,4 s
1 km da 40 km/h: 44,3 s
velocità d’uscita: 113,4 km/h
Frenata con ABS (velocità in km/h)
60: 16,0 m
100: 44,5 m
120: 64,0 m
Resistenza all’avanzamento (velocità in km/h)
70: 5,6 kW
100: 13,1 kW
120: 21,1 kW
rendimento a 100km/h: 23,0%

Scarto del tachimetro
medio 11,1%
130 km/h 10,8%

Dati generali rilevati
Diametro sterzata 9,7 m
Sforzo volante: 2,6 kg
Sforzo frizione 6,5 kg
Massa della vettura 941 kg

In sintesi

Ciascuno indaghi sul prezzo
La citycar ideale sarebbe una monovolume a cinque porte come la «Matiz», con gli eleganti interni della Lancia «Y», ma anche con la modulabilità dei sedili della «Twingo» e gradevole da guidare quanto la Ford «Ka». Non sembra neppure un’impresa impossibile. Anzi, a ben guardare una macchina così esiste già ed è la Mercedes «classe A». Che però costa quasi il doppio rispetto a una qualsiasi delle sette utilitarie del nostro confronto. Sul prezzo, in effetti, ancora non ci eravamo espressi, ma è chiaro che in questa fascia di mercato anche una differenza di poche centinaia di migliaia di lire ha la sua importanza. Fin qui abbiamo visto qual è la più pratica, la più comoda, la più economica; ma per sapere qual è l’automobile più conveniente non serve neppure recarsi dal concessionario: basta sfogliare la nostra «Guida all’acquisto» per orientarsi tra offerte, incentivi, promozioni, finanziamenti a tasso zero, supervalutazioni dell’usato, sconti e chi più ne ha più ne metta. Senza contare che , nel frattempo, i listini sono stati abbassati. L’epoca degli incentivi statali è finita da un pezzo, ma per chi deve comperare un’automobile nuova quello che stiamo attraversando potrebbe essere un periodo perfino migliore.

Pagella Insufficiente Sufficiente Discreto Buono Ottimo
Matiz Seicento Ka Atos Y Twingo Arosa
Posto guida
Plancia e comandi
Strumentazione
Climatizzazione
Visibilità
Finitura
Equipaggiamento
Abitabilità
Bagagliaio
Confort
Motore
Accelerazione
Ripresa
Cambio
Sterzo
Freni
Tenuta di strada
Stabilità
Consumo
Prezzo

Le stelle assegnate sono valutate mettendo a confronto il punteggio migliore che, nella stessa voce, hanno meritato vetture della medesima fascia di mercato.

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